Reclusione di genere: problematiche e prospettive delle donne detenute

Grande successo della videoconferenza su piattaforma zoom “Reclusione di genere: problematiche e prospettive delle donne detenute” che la sezione di Civitavecchia ha organizzato insieme alla sezione di Massa-Carrara nell’ambito del Tema Nazionale “Promuovere politiche di sostenibilità e di protezione sociale per favorire una crescita economica inclusiva per l’uguaglianza di genere”.

Hanno partecipato alla videoconferenza la Presidente Nazionale Fidapa Bpw Italy Maria Concetta Oliveri e la Presidente Distretto Centro Fidapa Bpw Italy Sandra Boldrini. La Presidente della Sezione di Massa Carrara Beatrice Vannini ha introdotto e coordinato l’evento che ha visto le  relazioni di Patrizia Bravetti, Direttrice degli Istituti Penitenziari di Civitavecchia e Presidente della locale Sezione Fidapa, Fiammetta Perrone, Pedagogista – Giudice Onorario presso il Tribunale per i minorenni di Lecce e Vice Presidente Nazionale Fidapa Bpw Italy e il Dott. Bernardo Petralia, Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. In molti hanno seguito la videoconferenza che ha illustrato la necessità del riconoscimento della specificità della detenzione femminile, problematica che viene raramente affrontata, insieme a quella del reinserimento nella società e dei diritti dei minori.

La Presidente Nazionale Maria Concetta Oliveri ha sottolineato il grande interesse della Fidapa riguardo la situazione delle recluse a livello nazionale e internazionale; per mantenere alto il livello di attenzione su questo tema, si stanno organizzando vari tavoli presso istituzioni e organizzazioni non governative.

Nel suo intervento, Patrizia Bravetti ha sottolineato che, tra i 600 detenuti degli istituti penitenziari da lei diretti, le carcerate, di cui trenta di varia nazionalità,  si distinguono dai detenuti maschi per lo stile di vita che adottano all’interno della struttura: hanno non solo cura dell’ambiente in cui vivono, ma anche della propria persona e per questo si è valutata  la possibilità di far loro avere in cella oggetti per la cura della propria persona. Molte detenute hanno sulle spalle storie di prostituzione, di spaccio di droga e persino di associazione a delinquere di stampo mafioso: per favorire il loro reinserimento nella società e per evitare che reiterino gli stessi reati, in carcere alcune sono impiegate in lavori che purtroppo sono spesso quelli tradizionalmente femminili come parrucchiera, cuoca ecc., mentre i detenuti maschi hanno più possibilità di lavorare fuori del carcere.

Fiammetta Perrone ha parlato dei bambini figli delle carcerate, per i quali è importante mantenere il rapporto con la propria madre, ma allo stesso tempo devono essere protetti da possibili traumi che influenzerebbero negativamente la loro crescita. Per legge questi bambini possono vivere con le madri fino a 10 anni, ma se nei primi anni non percepiscono a fondo le limitazioni che questo comporta, crescendo ne hanno sempre più consapevolezza e possono cominciare a manifestare vari disturbi sia fisici che psicologici. Per migliorare la convivenza madre figlio per  le detenute che non possono usufruire di alternative alla detenzione in carcere, sono stati creati  gli ICAM /Istituti a custodia attenuata per detenute madri, nei quali la detenzione è più leggera, l’architettura è a misura di bambino e il personale non indossa divise.

L’intervento conclusivo del convegno è stato quello del dottor Bernardo Petralia, Capo dipartimento delle Amministrazioni Penitenziarie, che ha trattato un aspetto affrontato anche dalle precedenti relatrici riguardo le peculiarità delle detenute, aggiungendo che,  oltre alla cura che la detenuta ha per se stessa e per l’ambiente in cui è reclusa, è importante che frequenti corsi di studio per il conseguimento della licenza di scuola media e del diploma di scuola superiore; il dottor Petralia ha anche sottolineato che in questi corsi la percentuale di promozioni delle detenute donne è molto superiore a quella dei detenuti uomini. Per il reinserimento nella società delle detenute è importante anche la frequentazione di corsi di ginnastica,  di attività sartoriali di vario genere per la realizzazione di abbigliamento, oggettistica ecc.

I vari interventi dei relatori sono stati accompagnati da slide e video.